Gli astronomi hanno fatto una scoperta che sembra uscita da un film di fantascienza: un pianeta extrasolare in orbita attorno a due stelle. Il modo in cui si è rivelato a loro era fino ad ora inedito.
Ogni vero fan di Star Wars conosce una delle principali caratteristiche del pianeta Tatooine, su cui Luke Skywalker inizia la sua avventura nell’episodio IV della saga (e dove Rey la conclude alla fine dell’episodio IX, tra l’altro): oltre ad essere un nido di Jawas e Hutt, Tatooine ha due soli.
Risulta che questo schema particolare non è riservato solo al dominio dell’opera spaziale: esistono davvero pianeti in orbita attorno a due soli. Lo sappiamo dalla scoperta di Kepler-16b nel 2011. Risulta che, al momento, solo 14 pianeti definitivamente confermati sono stati definiti come circumbinari, cioè che orbitano attorno a due stelle di un sistema binario. Una nuova aggiunta si unisce alla lista, grazie alla scoperta di un gruppo di astronomi. È stata esposta in un recente articolo pubblicato il 12 giugno su
Nature.
Tatooine esiste, si chiama BEBOP-1c
BEBOP-1c, questo è il suo nome, è un gigante gassoso che si trova nel sistema binario TOI-1338, situato a circa 1.320 anni luce dalla Terra, nella costellazione del Pittore. È stato scoperto per caso durante l’osservazione di un altro pianeta circumbinario, TOI-1338, utilizzando il telescopio spaziale TESS della NASA nel 2020.
Un gigante gassoso colossale, BEBOP-1c ha circa 65 volte la massa della Terra, ma è ancora 5 volte più leggero di Giove. Completa la sua orbita attorno alle sue due stelle gemelle a una distanza di circa il 79% di quella tra la Terra e il suo sole, e impiega circa 215 giorni per compiere una rivoluzione completa.
Illustrazione di Kepler-16b. Fonte: NASA

Un nuovo metodo per rilevare questo tipo di pianeti
Se la scoperta di BEBOP-1c sta facendo parlare di sé, è perché è stata resa possibile grazie all’uso di una nuova tecnica: la velocità radiale. Questo metodo consiste nell’osservare il movimento oscillatorio delle stelle, causato dall’influenza gravitazionale dei pianeti in orbita. In inglese, questo metodo ha l’acronimo BEBOP, il che spiega perché questa scoperta porta questo nome.
Di solito, scoperte di questo tipo vengono fatte utilizzando costosi telescopi spaziali come TESS o Kepler, che ne ha infatti rilevati molti. Ma l’uso del sistema BEPOP rimane complicato, poiché spesso vengono generate interferenze dalla luce combinata delle due stelle attorno alle quali il pianeta gravita. Tuttavia, il progetto BEBOP tende a concentrarsi su sistemi binari, dove la stella secondaria è nettamente più piccola e più scura rispetto alla stella primaria, il che tende a limitare le interferenze.
A questo punto, BEBOP-1c non ha ancora rivelato tutti i suoi segreti: ci vorranno ancora molti anni prima che gli scienziati riescano a determinarne precisamente la massa e la dimensione. Forse scopriremo di più sulla presenza, o meno, di una cantina nei paraggi.