L’espansione dell’intelligenza artificiale pone molte domande, in particolare sul futuro di alcuni lavori. E anche se per molti specialisti l’intelligenza artificiale rappresenta una minaccia, altri esperti preferiscono assumere un tono più rassicurante.
L’intelligenza artificiale non è così pericolosa per l’umanità come sembra
Nel 2018, il professore Yann LeCun ha vinto il premio Turing insieme a Geoffrey Hinton e Yoshua Bengio per i loro studi sull’intelligenza artificiale. I tre sono considerati oggi i “padrini dell’IA” e il francese è stato a lungo il responsabile scientifico dell’IA presso Meta. Le sue dichiarazioni di solito sono incisive e in questi giorni ha avuto l’opportunità di parlare di alcuni dei problemi più caldi legati a questo campo. Durante il salone VivaTech, che si tiene questa settimana a Parigi, abbiamo sentito le opinioni del professor LeCun sui messaggi che suggeriscono che l’IA potrebbe minacciare l’umanità. Spoiler: per lui, queste paure sono “assolutamente ridicole”.
Anche se pensa che le macchine potrebbero alla fine diventare più intelligenti degli esseri umani tra alcuni anni, Yann LeCun spiega che “se ti rendi conto che non sono sicure, non le costruirai” e che saranno anche “in un data center con un’interruttore di alimentazione già pagato”. Oltre a ciò, il francese ritiene che le paure di un’eventuale estinzione umana dovuta all’IA “siano una proiezione della natura umana sulle macchine” – grazie ai film di fantascienza (Matrix, Terminator, ecc).
Una rinascita piuttosto che un’estinzione
Per sostenere la sua tesi, il professor LeCun ha proposto durante la sua intervista alla stampa un’analogia molto interessante. “È come chiedere a qualcuno negli anni ’30 come renderanno sicuro un aereo a reazione. Gli aerei a reazione non erano ancora stati inventati negli anni ’30, proprio come l’IA al livello umano non era ancora stata inventata. Nel corso del tempo, i jet sono diventati incredibilmente affidabili e sicuri”, e precisa che sarà lo stesso per l’intelligenza artificiale.
Foto di credito: Meta

Oltre a questa analogia, Yann LeCun si è mostrato particolarmente ottimista sull’impatto dell’IA sul lavoro. Secondo lui, questo progresso “non metterà un gran numero di persone in disoccupazione”, anche se ha riconosciuto che il lavoro stesso cambierà probabilmente nei prossimi anni. Secondo il professor LeCun, l’intelligenza artificiale può addirittura creare “una nuova rinascita per l’umanità”, proprio come Internet e la stampa hanno fatto in passato – un’affermazione che ci ricorda quella di Bill Gates.
Prima di concludere il suo intervento, il capo scienziato dell’IA presso Meta ha preso il tempo di dare il suo parere sulla legge sull’IA dell’Unione europea. Precisa di aver parlato con diversi leader di startup di IA in Europa: “non gli piace per niente, pensano che sia troppo ampia e forse troppo restrittiva”. Ha poi concluso il suo intervento indicando che ritiene necessario che ogni applicazione abbia le proprie regole e requisiti.