Gli scienziati esperti in materia ne parlano da mesi: l’arrivo di El Niño avrà un impatto massiccio sul clima a breve termine. Vorremmo dirti che questo impatto sarà positivo, ma siamo onesti: non promette nulla di buono.
Che cos’è El Niño? Comprendere il fenomeno climatico che ci colpirà
Prima di entrare nei dettagli, torniamo alle basi: che cos’è esattamente El Niño? Conosciuto scientificamente come El Niño – Oscillazione australe (ENSO), questo fenomeno meteorologico ciclico, seppur irregolare, ha effetti significativi sul clima globale.
È l’esempio perfetto della stretta relazione tra la temperatura degli oceani e la circolazione atmosferica (il movimento delle masse d’aria che circondano la Terra). Un episodio di El Niño si caratterizza per l’assenza degli alisei, i venti che di solito raffreddano la superficie oceanica. Con conseguenza: El Niño provoca un’impennata delle temperature delle acque del Pacifico. Da qui derivano vari fenomeni climatici violenti. Venti, piogge, temperature globali che impazziscono… tutto diventa più caotico e complicato da anticipare dalla scienza.
Il nostro titolo potrebbe sembrare troppo violento, come se avessimo esagerato per attirare i clic. Tuttavia, ti assicuriamo che questo titolo non è ingannevole. Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, c’è il 98% di probabilità che almeno uno dei prossimi cinque anni sia l’anno più caldo mai registrato. Inoltre, è quasi certo che i prossimi 5 anni, presi insieme, saranno i 5 anni più caldi della storia moderna (in media). Il riscaldamento globale è scientificamente provato da molto tempo: l’originalità qui è l’impatto di El Niño, che accelererà tutto.
Come sottolinea l’AEMET (L’Agencia Estatal de Meteorología, il Meteo Francese spagnolo), El Niño genera, attraverso diverse connessioni atmosferiche, condizioni di siccità più pronunciate del normale in alcune regioni del mondo. Nelle regioni non colpite da questa siccità, il “ragazzino” provoca precipitazioni più abbondanti. Nessuno di questi due effetti è invidiabile, e questo preoccupa gli esperti.
Il mondo non è pronto ad affrontare le sfide climatiche future. Questo è quello che recentemente ha evidenziato il famoso vulcanologo Bill Mcguire, e i dati disponibili confermano le sue parole. L’anno 2022 è stato segnato da temperature eccezionalmente alte in tutto il pianeta, nonostante la presenza di La Niña, fenomeno inverso di El Niño, che aveva moderato le temperature globali per tre anni. Un futuro senza La Niña nel 2023 o nel 2024 potrebbe precipitarci in scenari termici senza precedenti.

El Niño fa ufficialmente il suo ingresso: problemi in prospettiva
L’annuncio è arrivato: El Niño è qui. Secondo le previsioni della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration, l’agenzia americana per l’osservazione dell’oceano e dell’atmosfera), c’è una probabilità del 56% che il fenomeno si intensifichi prima dell’inizio dell’inverno. Spoiler alert: questo non promette nulla di buono.
Le prime conseguenze di El Niño si manifestano già nell’Atlantico del Nord, con ripercussioni purtroppo attese dagli scienziati. Prendiamo un esempio concreto: il sud-ovest degli Stati Uniti sta attualmente affrontando la peggiore siccità degli ultimi 1.200 anni. Le dighe producono fino a volte meno energia a causa del livello dell’acqua, le colture degli agricoltori sono compromesse… questa siccità impatta concretamente la vita delle persone come te e me.
I peggiori scenari degli esperti tendono purtroppo a confermarsi: le temperature record del 2022 erano solo un piccolo avvertimento. Le sfide climatiche che ci aspettano sono molto più numerose e complesse di quanto la maggior parte delle persone concepisca. Di fronte a questi ultimi, la comunità internazionale deve prendere misure audaci e immediate per far fronte a questa crisi e prevenire conseguenze ancora più gravi. Il tempo stringe, ogni anno conta in questa lotta contro i cambiamenti climatici.
Infine, poniamoci la domanda: e la Italia? È ovvio che la Italia si trova a grande distanza dal Pacifico equatoriale. Di conseguenza, gli effetti reali di El Niño sono molto meno evidenti che in altre parti del mondo. Tuttavia, una ricorrente osservazione emerge dall’analisi degli episodi precedenti di El Niño: la Italia avrà un autunno (molto) piovoso.
El Niño genera una circolazione subtropicale più intensa del normale nella nostra regione geografica. Ciò crea condizioni favorevoli (soprattutto quando l’oscillazione nord-atlantica è negativa) perché le tempeste dell’Atlantico raggiungano l’Esagono, soprattutto nel sud-ovest del paese.